Leggevo qualche tempo fa un articolo che mi ha fatto riflettere: in tutti i discorsi sul futuro (e soprattutto sul passato) dei libri cartacei si fa sempre esclusivamente riferimento ad una sola funzionalità del libro: la lettura.
Che la lettura di testi cartacei verrà progressivamente sostituita dall'omonimo digitale credo che nessuno possa più avere dei dubbi.
A pensarci bene però, un libro ha molte più funzionalità che vanno oltre la semplice lettura: un libro arreda, un libro può essere regalato, un libro può essere prestato e perchè no, un libro può anche essere utilizzato come fermacarte o poggiabicchiere.
Siamo allora così sicuri che tutte queste funzioni "alternative" di un libro possano essere facilmente sostituite da una sua versione digitale?
In altre parole: per voi regalare un libro significa regalare solo ed esclusivamente un momento di lettura o piuttosto significa regalare un oggetto?
lunedì 27 luglio 2009
Le funzioni (sociali e non) dei libri
giovedì 23 luglio 2009
Skittles: semplicemente geniale!

Il sito delle caramelle Skittles altro non è che una widget, su cui è riportato un menu, da cui accedere ai contenuti presenti sul web relativi alle famose caramelle: Twitter, Youtube, Facebook, Flickr, Wikipedia.
In parole povere: facciamo vedere sul sito cosa dice il web dei nostri prodotti.
Io l'ho trovato geniale.
P.S. Grazie e R. Venturini per la segnalazione
mercoledì 22 luglio 2009
Pixel Qi: guerra agli e-reader!

I lettori e-paper si basano sull'elettroforesi: ogni pixel è una micropallina che mostra la sua faccia bianca o nera a seconda della carica che riceve.
I vantaggi: si leggono molto bene, non essendo retroilluminati, anche al sole e non stancano gli occhi.
Gli svantaggi: riproducono solo il bianco e nero (è possibile, ma è molto difficile, ottenere il colore), sono lenti (non si possono sfogliare velocemente le pagine), non riproducono video.
Perchè allora non provare ad inventare degli schermi che eliminino gli svantaggi dell'e-reader, che siano a colori, che possano riprodurre la stessa qualità di lettura di un giornale e che mantengano al tempo stesso le caratteristiche di un vero schermo lcd?
E' proprio questa la sfida di Pixel Qi, un'azienda che si pone un obiettivo troppo facile da raggiungere: sconfiggere gli e-reader.
In sostanza, l'idea di Pixel Qi è apparentemene molto semplice: è l'utente che può regolare in autonomia la retroilluminazione dello schermo in modo che, se vuole leggere un giornale o un libro la disattiva, se invece vuole utilizzare lo schermo per vedere video e immagini la attiva.
L'autunno si prospetta interessante... ne vedremo delle belle!
Fonte immagine: Pixel Qi
venerdì 17 luglio 2009
giovedì 16 luglio 2009
IAB Forum Roma 09

Internet per uscire dalla crisi. Bla bla bla.
Lettera.
All advertising is digital. Words words words.
Coffe. Drink. Ciao, tutto bene? Ci vediamo dopo.
Internet e TV. Io ho fatto qui. Io ho fatto lì. Io ho fatto su. Io ho fatto giù.
Gnam Gnam. Ciao, come va? Bene, ci vediamo dopo.
Enrico Bertolino. There's a light!
Words words words.
Come migliorare l'offerta agli investitori. Voi non fate questo. Sì, però voi non fate questo. Non è vero, è che voi non fate così. In parte, voi comunque non fate colà.
Fine.
martedì 14 luglio 2009
Oggi sciopero contro il DDL Alfano!

Aderiamo in massa all'appello di Diritto alla Rete contro il DDL Alfano... non lasciamoci imbavagliare!!!

venerdì 3 luglio 2009
Content Management Protocol
Parto con una domanda: per pubblicizzare un prodotto mettereste un cartellone pubblicitario in una piazza vuota o in una piazza stracolma di gente?
La risposta è abbastanza ovvia.
Passando dall'off all'online, anche qui si sta ragionando così: le aziende stanno cercando, giustamente, di portare i propri contenuti dove effettivamente si trovano gli utenti.
Tutto corretto, tutto bello, tutto duepuntozero. Quello che però imho si sta sottovalutando, in tutta questa "esportazione" a ruota libera di contenuti, è la gestione e la manutenzione degli stessi.
Immaginate questo scenario: le aziende instaurano delle partnership con N siti, creano per queste partnerhip N banner interattivi che al loro interno hanno dei simulatori che utilizzano N dati. Immaginate che questi banner siano relativi a diversi prodotti e ciascuno si basa su db diversi e raccoglie dati diversi. Cosa succederebbe se abbiamo bisogno velocemente di cambiare un dato?
Primo: dobbiamo ricordarci quanti, quali e dove sono i nostri banner che utilizzano quel dato.
Secondo: dobbiamo modificare il banner.
Terzo: dobbiamo distribuire di nuovo il banner ai vari partner che dovranno a loro volta ripubblicarlo sul proprio sito.
Conclusione: potremmo dimenticarci alcuni banner, l'aggiornamento potrebbe non essere veloce, i contenuti del sito e dei banner potrebbero essere disallineati... e via dicendo.
Immaginate invece se lo spazio che ospita il nostro advertising fosse semplicemente un puntamento ad una repository proprietaria dell'inserzionista che in questo modo mantiene in house la gestione dei contenuti e il relativo aggiornamento. Non sarebbe tutto più facile?
Arriveremo secondo voi ad una sistema di content management "unico"? Riusciremo a definire in un futuro non tanto prossimo un "protocollo" di gestione dei contenuti tale per cui esisteranno solo "puntamenti" a contenuti e non "residenza" di contenuti?
Secondo me sì.
La risposta è abbastanza ovvia.
Passando dall'off all'online, anche qui si sta ragionando così: le aziende stanno cercando, giustamente, di portare i propri contenuti dove effettivamente si trovano gli utenti.
Tutto corretto, tutto bello, tutto duepuntozero. Quello che però imho si sta sottovalutando, in tutta questa "esportazione" a ruota libera di contenuti, è la gestione e la manutenzione degli stessi.
Immaginate questo scenario: le aziende instaurano delle partnership con N siti, creano per queste partnerhip N banner interattivi che al loro interno hanno dei simulatori che utilizzano N dati. Immaginate che questi banner siano relativi a diversi prodotti e ciascuno si basa su db diversi e raccoglie dati diversi. Cosa succederebbe se abbiamo bisogno velocemente di cambiare un dato?
Primo: dobbiamo ricordarci quanti, quali e dove sono i nostri banner che utilizzano quel dato.
Secondo: dobbiamo modificare il banner.
Terzo: dobbiamo distribuire di nuovo il banner ai vari partner che dovranno a loro volta ripubblicarlo sul proprio sito.
Conclusione: potremmo dimenticarci alcuni banner, l'aggiornamento potrebbe non essere veloce, i contenuti del sito e dei banner potrebbero essere disallineati... e via dicendo.
Immaginate invece se lo spazio che ospita il nostro advertising fosse semplicemente un puntamento ad una repository proprietaria dell'inserzionista che in questo modo mantiene in house la gestione dei contenuti e il relativo aggiornamento. Non sarebbe tutto più facile?
Arriveremo secondo voi ad una sistema di content management "unico"? Riusciremo a definire in un futuro non tanto prossimo un "protocollo" di gestione dei contenuti tale per cui esisteranno solo "puntamenti" a contenuti e non "residenza" di contenuti?
Secondo me sì.
giovedì 2 luglio 2009
Rimane sempre imbarazzante!
Bene, quello che vedete a fianco è invece il nuovo logo di telepromozioni Italia che dovrebbe promuovere l'immagine dell'Italia nel mondo e agli occhi dei turisti.
Provate a chiedere a quei due poveri ragazzi giapponesi che si sono visti arrivare un conto da 695,00 euro (con oltre 100,00 euro di mancia) cosa pensano dell'Italia e come ne parleranno ai loro conoscenti.
Se non cambia la mentalità di chi vede il turista solo come un pollo da spennare, credo che un logo non serva assolutamente a niente... soprattutto se poi è così orrendo!
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