venerdì 30 gennaio 2009

Idioti allo stato puro... o troppo furbi?

Giudicate voi: sull'AppleStore USA è possibile comprare alla modica cifra di 999$ un'applicazione (MyCentrl) che consente di essere aggiunti in un esclusivo Social Network per “ricchi”, accessibile soltanto tramite iPhone o iPod Touch, dove magari discutere e parlare con i propri simili dell'ultima Spa ultracostosa o dell'ultimo jet privato con i sedili in pelle.

Immagine: iphoneitalia.com

Aggiornamento: Apple ha deciso di eliminare l'applicazione!

martedì 27 gennaio 2009

Illuminante

Non c'è alcun dubbio che l'industia dei Network televisivi - o meglio delle Tre Grandi, poichè la Pbs è di tutt'altra categoria, e la Fox partì bene ma durò poco - aveva già avuto dei grossi problemi. Tra la proliferazione esponenziale dei canali via cavo, l'ascesa dei telecomandi a-controllo-totale conosciuti storicamente come cambini, e quella dei Vcr dotati di sensori di volume e picco isterico in grado di eliminare gran parte della pubblicità dai programmi registrati su nastro [...] i Network non riuscivano ad attirare la quantità di pubblico di cui avevano bisogno per giustificare i prezzi degli spazi pubblicitari necessari a riempire il loro enorme stomaco. Il nemico acerrimo delle Quattro Grandi erano le oltre 100 reti via cavo americano a carattere regionale o nazionale [che, riunitesi in un Network, riuscirono ad allestire] una campagna diretta al cuore e alla mente che derideva la "passività" di centinaia di milioni di telespettatori costretti a scegliere ogni sera tra i programmi di quattro soli Network statisticamente sfatti, ed esaltava invece la "vera scelta americana" tra oltre 500 opzioni di canali via cavo [...]
Come gran parte delle agenzie pubblicitarie americane, la V&V imburrava avidamente la fetta di pane da ogni lato possibile, e aveva cominciato a trarre vantaggio dai ribassi delle tariffe degli spazi pubblicitari delle Quattro Grandi per lanciare sui Network efficaci campagne di prodotti e servizi che in precedenza non avrebbero potuto permettersi una diffusione di immagine a carattere nazionale.
[...] la pagliuzza che stroncò la schiena delle Quattro Grandi fu il trittico di pubblicità in bianco e nero che la V&V realizzò per una piccola cooperativa del Wisconsin che vendeva raschietti per la lingua via posta prepagata [pubblicità di cattivo gusto che metteva in evidenza lo strato di materiale grigio-bianco che ricopre la lingua e che schifò totalmente gli spettatori]
La campagna [...] ebbe tre conseguenze di notevoli proporzioni. La prima fu un anno orribile [...] in cui il Paese divenne ossessionata dall'igiene della lingua [...]. La seconda conseguenza fu che le Quattro Grandi finirono per cadere, fiscalmente parlando, giù dallo scaffale [gli spettatori schifati cambiavano canale quando vedevano lo spot e di conseguenza si innestava una spirale a catena anche per tutte quelle pubblicità pianificate in prossimità dei raschietti per la lingua che non vennero più pianificate]. In pochi giorni tre delle Quattro Grandi avevano cessato le trasmissioni, e la Abc si era lanciata in una maratona di Happy Days così interminabile che ricevettero minacce-bomba sia la Rete sia il povero vecchio Henry Winkler [...]
E la terza ironica conseguenza fu che quasi tutte le grandi agenzie pubblicitarie che dipendevano dalle grandi Reti - tra queste anche al icariana Viney & Veals - furono anche loro risucchiate nel maelstrom delle Quattro Grandi [...]
Ora entra in scena la Noreen Lace-Forché, la Gran Mogol dei video a noleggio [che puntò tutta la sua attività sulla distribuzione di "cartucce" di intrattenimento].
Cosa sarebbe successo se invece di star seduto a scegliere il meno peggio tra 504 programmi più o meno infantili, la vox e digitus populi avesse potuto scegliere di rendere lo spettacolo a casa propria una cosa letteralmente e totalmente adulta? Per esempio, cosa sarebbe successo se secondo la InterLace [la società fondata da Noreen Lace-Forché] - se uno spettatore avesse potuto scegliere più o meno al 100 per cento cosa vedere in qualsiasi momento? [...]
L'intrattenimento di massa americano diventò pro-attivo, guidato dal consumatore [e in questo] le pubblicità erano da escludersi - qualsiasi Cpu di qualsiasi Pc con un minimo di sensibilità erano in grado di eliminare tutto ciò che strillava o non fosse gratificante per mezzo della Funzione di Revisione che veniva attivata dopo la ricezione di un dischetto di intrattenimento [...]
Le agenzie [...] si guardavano continuamente intorno alla ricerca di nuovi polsi da toccare e nicchie da riempire. Tabelloni pubblicitari spuntarono con furia quasi micologica [...] nessun autobus, treno, filobus o taxi rimase immune dall'essere impecettato da pubblicità patinate. Per un certo periodo di tempo le linee aeree commerciali si trascinarono dietro quegli stendardi pubblicitari riservati ai Piper durante le partite di footbal o sulle spiagge di luglio. Le riviste (già messe in pericolo dai loro equivalenti in video ad alta definizione) si riempirono così tanto di quelle insopportabili e caduche cartoline pubblicitarie che i prezzi della posta di quarta classe andarono alle stelle, rendendo le e-mail dei loro equivalenti in video molto più appetibili, in un'altra spirale viziosa.

E' solo una questione di tempo...

Estratto, commentato, da Infinite Jest - David Foster Wallace

martedì 20 gennaio 2009

Era ora

Finalmente l'industria discografica fa marcia indietro e riconosce il fatto che la lotta contro il download "illegale" (e sul concetto di illegalità se ne potrebbe discutere per ore) di musica da internet non ha prodotto alcun risultato, nè in termini monetari e né tantomeno in termini di immagine per le case discografiche stesse, sconfitte più che mai (vi dice qualcosa Don Chisciotte?).
Quale sarà il modello di business su cui dovranno ricostruirsi è ancora tutto da definire (pagamento a canone per il download, prezzo "abbordabile" per i singoli CD, revenues su advertising all'interno dei siti delle stesse, etc. etc.). Nessuno può dirlo con certezza.
Quello che però si può solo affermare è che il modello di business su cui fino ad ora si è retta l'industria discografica è definitivamente crollato di fronte all'evidente cambiamento nelle modalità di fruizione dei contenuti da parte degli utenti. E questo comporterà anche che il negozietto di dischi, piccolo o grande che sia, dovrà cambiare modo di intendere la propria "bottega" adeguandosi ai tempi. Come? Tutto da scoprire.
E ora tocca all'industria cinematografica e a tutto ciò che gli ruota intorno... aspettate e vedrete.

lunedì 12 gennaio 2009

Non ho niente...

... di veramente interessante da scrivere.
Se volete leggere cose interessanti leggetevi altri blog.