martedì 3 giugno 2008

Il DSM e l'internet addiction

Il Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders («manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali»), noto anche con l'acronimo DSM, è uno degli strumenti diagnostici per disturbi mentali più utilizzati da medici e psichiatri di tutto il mondo. La prima edizione del manuale risale al 1952 e l'ultima (il DSM IV, attualmente in fase di revisione) risale al 1994. Il manuale raccoglie attualmente più di 370 disturbi mentali, descrivendoli in base alla prevalenza di determinati sintomi (per lo più quelli osservabili nel comportamento dell'individuo, ma non mancano riferimenti alla struttura dell'Io e della personalità). Fonte: Wikipedia
Nella prossima edizione del DSM (il V), che dovrebbe essere pubblicato a maggio del 2012, probabilmente verrà introdotta la "dipendenza da internet" (nel 2012 di cose ne cambieranno... si potrà parlare ancora di internet? staremo a vedere).
Secondo Kimberly Young, che con Ivan Goldberg (colui che ha coniato il termine Internet Addiction nel 1997) sta facendo pressione affinché l'Internet Addiction Disorder (IAD) venga inserito nel DSM V, esistono 5 tipi di dipendenza:
  • Dipendenza cibersessuale;
  • Dipendenza ciber-relazionale;
  • Net Gaming;
  • Sovraccarico cognitivo;
  • Computer gaming (che è differente dal net gaming poichè non interattivo e non giocato in rete; e allora mi chiedo perchè inserirlo come IAD).
Quello che a me non convince di tutto questo è che un media (internet) possa essere identificato come la causa di questa "addiction". Provo a spiegarmi meglio: così come viene posta la questione, sembra che la dipendenza sia causata da internet, quando invece dovrebbe correttamente essere evidenziato che internet non è altro che un "facilitatore" nel far emergere, magari con più rapidità qualora non ci fosse stato, patologie in soggetti già predisposti. Qualcuno potrebbe obiettare che magari senza internet queste patologie non sarebbero emerse, ma dubito. Sono d'accordo con coloro che invece remano contro l'inserimento del'IAD nel DSM V dove magari per la dipendenza sessuale dovranno essere prese in considerazione le differenti e nuove "fruizioni" di questa dipendenza per poterla curare, ma sempre di dipendenza sessuale si tratta. E così dovrebbe valere per le altre.

Nessun commento: