lunedì 30 giugno 2008

Google e il nuovo modo di apprendere


E' cambiato il nostro modo di leggere. Ed è cambiato grazie a internet.
Secondo un articolo di Nicholas Carr sul The Atlantic Monthly, la possibilità di avere a disposizione una mole insostenibile, per il nostro limitato cervello, di informazioni (internet) accessibile in maniera veloce e puntuale (grazie ai motori di ricerca, dove Google sicuramente la fa da padrone) porta ad una modalità di assorbimento delle informazioni in piccoli frammenti e quindi, a detta sua, all'incapacità di assorbire concetti complessi. E quindi, sempre a detta sua, a diventare più stupidi.
Come al solito, i mezzi di informazione ormai allo sbando titolano "Google ci fa diventare più stupidi" non rendendosi conto di quanto, invece, sia stupido l'aver scritto una cosa del genere. Primo, perchè non è dimostrata una correlazione diretta tra le diverse modalità di assorbimento delle informazioni e la stupidità; secondo perchè il focus dovrebbe andare verso la capacità di qualsiasi motore di ricerca (e non solo di Google) di aprire le porte dell'informazione ed è la mole delle informazioni che ci porta ad assorbirle in maniera diversa, non il motore di ricerca che ci fa arrivare alle informazioni; terzo, perchè non valorizza l'apporto all'accesso dell'informazione che è stato possibile proprio grazie ai motori di ricerca e a Google in particolare, visto il suo market-share.
Vi siete mai fermati a riflettere su cosa sarebbe internet senza i motori di ricerca? Forse in quel caso diventeremo stupidi a cercare le informazioni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' cambiato il nostro modo di leggere... e di apprendere: per fortuna?! purtroppo?!
A mio avviso, come ogni cosa del resto, la verità sta nel mezzo.
Sta nel mezzo perchè è vero che nell'odierna società iperdinamica e sovraccaricata da molteplici fonti di stress se non ci fosse il web e i motori di ricerca moltissime, se non addirittura tutte, le cose che oggi questi "potenti mezzi" rendono possibili ed agevoli diverrebbero in realtà degli scogli spesso difficilmente sormontabili.
Dal lavoro agli acquisti on-line fino alle ricerche scolastiche/universitarie passando per le modalità di apprendimento sul web: cosa non si fa oggi con internet e che inestimabile aiuto fornisce la rete ai suoi milioni e milioni di utenti.
Il web costituisce insomma il più grande e disparato bazar di informazioni al mondo.
Ma… Esiste un ma. Come ogni medium - stampa, telegrafo, radio, tv ecc. - anche internet inserendosi nel novero degli strumenti di comunicazione e dei "canali" attraverso cui essa viene veicolata, di fatto ha generato un processo di ridefinizione della modalità di lettura, scrittura ed interpretazione stessa della realtà.
Ed è sotto gli occhi di tutti. Le lettere scritte sulla vecchia cara carta assumono sempre più le sembianze di e-mail in cui la brevità delle forme espositive e la scrittura "ready-to-go" la fanno da padrone. Le ricerche e gli approfondimenti sono sempre più da "surfer" che da "sub" come fa notare Nicholas Carr nell'articolo citato da Riccardo: sempre più superficiale e frammentaria è la conoscenza che ne deriva.
Il fatto è che il media internet non è - come non lo sono stati e non lo sono tuttora radio e tv - un media passivo. Esso non si presta ad essere "usato e basta". Tutt'altro. Internet modella il processo di apprendimento e, di conseguenza, l'acquisizione della conoscenza. In più ha ripercussioni dirette su tutti gli altri media, i quali tendono a riproporre clichè tipici - sia nel contenuto che nella forma - del medium internet.
La vexata quaestio dunque riporta al solito nodo cruciale: rifiutiamo o accettiamo incondizionatamente? Fra le due nessuna. Il consiglio è di essere opportunamente “apocalittici” e debitamente “integrati” ogni qual volta ci troviamo a confrontarci col nuovo.