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venerdì 23 aprile 2010

Proposta FIEG su editoria in crisi

Il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, come misura transitoria per consentire all'editoria di far fronte alla crisi propone una mini tassa per chi si connette a internet e usa i contenuti editoriali.

Certo, di stronzate nel nostro paese se ne dicono tante, ma questa supera ogni logica.

Letto qui

venerdì 2 aprile 2010

Il ChaM e il futuro della carta stampata

La crisi dell'editoria è sotto gli occhi di tutti.
I media cartacei continuano a raccogliere sempre meno consensi sia come utenti che come investitori.
Non c'è dubbio che è in corso un radicale cambiamento della modalità di fruizione dei contenuti, di qualsiasi tipo essi siano.
Come risponderà l'editoria a tutto questo?

Secondo me due sono le modalità: o il supporto cartaceo integrerà al suo interno gli altri mezzi (un primo rudimentale tentativo è stato quello di Panorama, che con la pubblicità della Citroen ha tentato di rendere più digitali i contenuti cartacei inserendo un mini schermo LCD con una serie di video pre-caricati) ovvero il supporto cartaceo andrà verso gli altri mezzi (leggete il tutto in termini di eReader).
Soffermandoci su quest'ultima modalità, il concetto di ChaM è davvero interessante. Il ChaM o meglio, Channel Magazine, non è nient'altro che la trasformazione di un magazine in una vera e propria "trasmissione" in formato ibridio (un pò lettura, un pò rubrica video, un pò musica) fruibile attraverso i media digitali, portatili e non.

Sarà il ChaM il futuro? Non lo so, ma so per certo che sarà una strada da percorrere e forse in questo modo l'editoria riuscirà a mantenere il suo vero asset, che non è né il contenuto e né il produttore dello stesso, ma il rapporto con i suoi lettori.

domenica 22 marzo 2009

Kindle o non-Kindle style? Questo è il problema...

Sembra ormai che l'editoria per come siamo abituati a concepirla (giornali, carta, edicola, etc. etc.) abbia davvero le ore contate.
E sembra che la naturale evoluzione della stessa debba portarla inevitabilmente verso il digitale.
Sempre più frequenti sono i tentativi di rendere digitale l'esperienza di lettura offline di giornali e libri: il Kindle2 di Amazon e tutta quella schiera di handset digitali che dovrebbero finalmente liberarci dalla carta senza però liberarci dalle emozioni sensoriali della lettura di un giornale ne sono un esempio (che poi, chi ha detto che sia piacevole sensorialmente leggere un giornale?).
Quello che mi chiedo: ma è davvero questa l'evoluzione nel modo di leggere libri e giornali? E' davvero il cercare di riprodurre un modello di lettura cartaceo attraverso strumenti digitale il futuro? O forse è proprio la diffusione del digitale che contribuirà a sviluppare un nuovo modello di lettura che non è la semplice riproduzione del cartaceo sul digitale, cosa a cui invece si sta assistendo?
Che il digitale sia il futuro per l'editoria non v'è dubbio. Credo però che nello sviluppo delle diverse soluzioni di e-reader si sia ancora troppo ancorati al concetto di lettura fisica. Guardiamo il Kindle: altro non è che un semplice riproduttore (sì, con alcune funzionalità che non ha un libro, vedi ad esempio la possibilità di ingrandire i caratteri) che si basa esattamente sullo stesso concetto di usabilità di un libro: tenerlo in mano, leggere una pagina alla volta e sfogliare le pagine in sequenza.
Forse il passaggio dal modello di lettura offline a quello D.O.B. (Digital Offline Based, acronimo che mi sono inventato or ora di sana pianta) sarà un passaggio inevitabile se si vorrà arrivare ad un vero modello di lettura digitale. Ma sono sicuro che il modello D.O.B. è morto già prima di essere nato. Ne riparleremo.

Immagine: Amazon.com