Il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, come misura transitoria per consentire all'editoria di far fronte alla crisi propone una mini tassa per chi si connette a internet e usa i contenuti editoriali.
Certo, di stronzate nel nostro paese se ne dicono tante, ma questa supera ogni logica.
Letto qui
venerdì 23 aprile 2010
lunedì 19 aprile 2010
mercoledì 14 aprile 2010
Twitter e il social advertising

Fin qui sembrerebbe niente di strano e niente di nuovo.
Provo però a fare una breve analisi degli impatti sui brand e sugli utenti.
I brand:
- potranno "acquistare" dei Promoted Tweet per essere presenti all'interno delle conversazioni degli utenti;
- potranno continuare ad utilizzare le classiche metriche di valutazione (CTR et similia).
- sono abituati su Twitter ad interagire con un brand;
- potranno in qualche modo controllare l'intrusione pubblicitaria decretandone (attraverso l'interazione o meno con il messaggio) il suo successo o insuccesso;
- potranno commentare il messaggio e, soprattutto, condividerlo (Social Advertising).
Mi pongo alcune domande: le aziende sono pronte? sanno capire davvero la potenzialità di una simile relazione? sono in grado di presidiare in maniera continuativa un canale come Twitter?
Io credo che per il 99% delle aziende italiane la risposta a tutte queste domande è NO.
Immagine: Twitter
venerdì 2 aprile 2010
Il ChaM e il futuro della carta stampata
La crisi dell'editoria è sotto gli occhi di tutti.
I media cartacei continuano a raccogliere sempre meno consensi sia come utenti che come investitori.
Non c'è dubbio che è in corso un radicale cambiamento della modalità di fruizione dei contenuti, di qualsiasi tipo essi siano.
Come risponderà l'editoria a tutto questo?
Secondo me due sono le modalità: o il supporto cartaceo integrerà al suo interno gli altri mezzi (un primo rudimentale tentativo è stato quello di Panorama, che con la pubblicità della Citroen ha tentato di rendere più digitali i contenuti cartacei inserendo un mini schermo LCD con una serie di video pre-caricati) ovvero il supporto cartaceo andrà verso gli altri mezzi (leggete il tutto in termini di eReader).
Soffermandoci su quest'ultima modalità, il concetto di ChaM è davvero interessante. Il ChaM o meglio, Channel Magazine, non è nient'altro che la trasformazione di un magazine in una vera e propria "trasmissione" in formato ibridio (un pò lettura, un pò rubrica video, un pò musica) fruibile attraverso i media digitali, portatili e non.
Sarà il ChaM il futuro? Non lo so, ma so per certo che sarà una strada da percorrere e forse in questo modo l'editoria riuscirà a mantenere il suo vero asset, che non è né il contenuto e né il produttore dello stesso, ma il rapporto con i suoi lettori.
I media cartacei continuano a raccogliere sempre meno consensi sia come utenti che come investitori.
Non c'è dubbio che è in corso un radicale cambiamento della modalità di fruizione dei contenuti, di qualsiasi tipo essi siano.
Come risponderà l'editoria a tutto questo?
Secondo me due sono le modalità: o il supporto cartaceo integrerà al suo interno gli altri mezzi (un primo rudimentale tentativo è stato quello di Panorama, che con la pubblicità della Citroen ha tentato di rendere più digitali i contenuti cartacei inserendo un mini schermo LCD con una serie di video pre-caricati) ovvero il supporto cartaceo andrà verso gli altri mezzi (leggete il tutto in termini di eReader).
Soffermandoci su quest'ultima modalità, il concetto di ChaM è davvero interessante. Il ChaM o meglio, Channel Magazine, non è nient'altro che la trasformazione di un magazine in una vera e propria "trasmissione" in formato ibridio (un pò lettura, un pò rubrica video, un pò musica) fruibile attraverso i media digitali, portatili e non.
Sarà il ChaM il futuro? Non lo so, ma so per certo che sarà una strada da percorrere e forse in questo modo l'editoria riuscirà a mantenere il suo vero asset, che non è né il contenuto e né il produttore dello stesso, ma il rapporto con i suoi lettori.
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