Giusto una settimana fa ero a Milano per il concerto dei Radiohead, un concerto che difficilmente dimenticherò per il gruppo in se, per la loro bravura live, per la compagnia e per una serie di altre cose che difficilmente si riesce ad incatenare a parole in un testo.
Ho da poco ricevuto la newsletter che mi avvisa che i Radiohead hanno rilasciato il 24 giugno scorso 10 live video e che questi live video sono disponibili in esclusiva su iTunes.
L'uscita dell'ultimo lavoro della band di Thom Yorke, In rainbows, ha fatto molto parlare per via del fatto che fosse possibile acquistarlo solamente online (e fin qui niente di nuovo, almeno così la penso io) e, soprattutto (e qui sta la vera novità), per il fatto di lasciare liberi gli utenti di decidere il valore del loro acquisto.
Come si poteva immaginare, la decisione di York & Co. è stata unanimemente condannata da chi ha visto in questa mossa un attacco ad un sistema di potere che per far arrivare musica alla gente utilizza un processo industriale allucinante che grava completamente sull'utente finale.
Sembrerà un pensiero sentito e risentito, ma secondo me è importante fermarsi a riflettere sulla potenza dei media digitali nell'accorciare il processo e nel facilitare il ritorno ad un rapporto "diretto" seppure digitale tra produttore e consumatore. Che sia l'inizio della fine dell'industria discografica così come la conosciamo? Tremate, intermediari che vi siete arricchiti in questi anni, tremate.
Foto: repubblica.it
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