La crisi dell'editoria è sotto gli occhi di tutti.
I media cartacei continuano a raccogliere sempre meno consensi sia come utenti che come investitori.
Non c'è dubbio che è in corso un radicale cambiamento della modalità di fruizione dei contenuti, di qualsiasi tipo essi siano.
Come risponderà l'editoria a tutto questo?
Secondo me due sono le modalità: o il supporto cartaceo integrerà al suo interno gli altri mezzi (un primo rudimentale tentativo è stato quello di Panorama, che con la pubblicità della Citroen ha tentato di rendere più digitali i contenuti cartacei inserendo un mini schermo LCD con una serie di video pre-caricati) ovvero il supporto cartaceo andrà verso gli altri mezzi (leggete il tutto in termini di eReader).
Soffermandoci su quest'ultima modalità, il concetto di ChaM è davvero interessante. Il ChaM o meglio, Channel Magazine, non è nient'altro che la trasformazione di un magazine in una vera e propria "trasmissione" in formato ibridio (un pò lettura, un pò rubrica video, un pò musica) fruibile attraverso i media digitali, portatili e non.
Sarà il ChaM il futuro? Non lo so, ma so per certo che sarà una strada da percorrere e forse in questo modo l'editoria riuscirà a mantenere il suo vero asset, che non è né il contenuto e né il produttore dello stesso, ma il rapporto con i suoi lettori.
1 commento:
Sono stata di recente alla Festa del libro all'Auditorium di Roma e si è parlato anche dell'integrazione tra supporto cartaceo e altri mezzi. E' venuto fuori, ed io concordo, che l'integrazione sarà sicuramente inevitabile per i contenuti brevi. Qualcuno ha parlato anche della possibilità di utilizzare questa integrazione a scuola. Studio storia su un supporto digitale e clicco sul link di un argomento per approfondire, tanto per fare un esempio.
Per quanto riguarda invece la lettura dei libri non credo che il supporto digitale avrà successo; a me personalmente piace molto avere il libro tra le mani e sfogliare le pagine, magari sentire il classico odore di carta stampata. Ed anche se leggo principalmente in metropolitana, magari un supporto digitale mi potrebbe essere utile. Così però non mi immergerei fino in fondo e non sbaglierei fermata di metro come mi capita tutte le volte che mi perdo in una storia.
Raffaella Violentano
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